Eccoci!
Eri alla ricerca dei Migliori Libri Di Gino Arias?
Vogliamo darti il benvenuto su Librix!
Sicuramente con questa guida ti aiuteremo a trovare Migliori Libri Di Gino Arias in pochissimo tempo.
Infatti in questa pagina troverai alcuni (massimo 3) dei Migliori Libri Di Gino Arias e per ciascuno dei libri presenti ti lasciamo:
1) Titolo del libro dell’autore.
2) Descrizione o riassunto (se presente).
3) Link per acquistarlo su Amazon.
Attenzione: se dovessi trovare qualche errore nella lista dei Migliori Libri Di Gino Arias ti consigliamo di procedere alla ricerca dal seguente link: cerca migliori libri per autore online.
Ecco la lista contenente i Migliori Libri Di Gino Arias
Gino Arias (1879-1940). Dalla storia delle istituzioni al corporativismo fascista
- Ottonelli, Omar (Autore)
Gina e il pesce rosso. Ediz. illustrata
- Koppens, Judith (Autore)
Come detto prima se dovessi notare qualche errore in questa lista, clicca qua per cercare migliori libri per questo autore.
Perché abbiamo scelto questi 3 Migliori Libri Di Gino Arias?
Il motivo è molto semplice:
perché rappresentano i migliori libri disponibili su Amazon su questo autore.
Abbiamo scelto solo quelli che secondo noi e secondi i lettori possono aiutarti.
Curiosità, storia e news sull’autore
Oltre alla lista dei Migliori Libri Di Gino Arias ecco alcune curiosità che possono interessarti.
Figlio di Alberto, medico condotto e chirurgo fiorentino, e di Adele Coen, frequenta il liceo “Galileo Galilei” di Firenze e, nel 1900, si laurea con lode in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Inizialmente libero docente in storia del diritto italiano, si avvicina alle discipline economiche attorno alla metà del primo decennio del secolo. Dal 1909 è docente di Economia Politica alla facoltà di Giurisprudenza dell’università di Genova; nel 1924 si trasferisce nella stessa facoltà, all’Università di Firenze, come ordinario prima di Scienza e tecnica del commercio, poi di Economia politica, rinominata nel 1934 Economia politica corporativa[1]. Ricopre numerosi incarichi, tra cui quello di preside di facoltà dal 1930 fino al trasferimento a Roma, nel 1936, dove eredita la cattedra di Maffeo Pantaleoni.